Nei mesi di febbraio, marzo e aprile 2016, presso la casa di riposo di Vescovato, si sono tenuti dieci incontri durante i quali i bambini della scuola primaria del paese hanno dipinto insieme ad alcuni ospiti, che già partecipano al laboratorio di arteterapia.
Nel grande salone della struttura sono stati preparati sei tavoli. Ad ogni tavolo sedeva una persona anziana e accanto stavano in piedi due, tre o quattro bambini della classe coinvolta.
Durante l'attività i bambini si sono dimostrati molto premurosi, hanno sollecitato, aiutato e si sono adoperati affinché la persona anziana potesse dipingere insieme a loro. Hanno ammirato i dipinti che gli ospiti hanno realizzato in autonomia, ne hanno rispettato l'operato e grazie alla presenza dei “nonni” hanno saputo tirare fuori uno spirito solidale e comunitario.
Bambini e anziani sono riusciti ad entrare in armonia gli uni con gli altri in modo del tutto naturale, senza alcuna forzatura: i primi trasmettevano energia e allegria e i secondi tutta la loro accoglienza e dolcezza.
Nel laboratorio si respiravano un'atmosfera di gioia contagiosa e il piacere di stare insieme.
L'interazione artistica bambini – anziani si è tradotta in un fare che ha favorito l'incontro con l'altro e ha aiutato a colmare le distanze generazionali.
L'arte si è fatta strumento a servizio della collettività, della produzione di cultura e cambiamento.
I BAMBINI:
“Mi è piaciuto all'ospizio perché la nonnina che era al mio tavolo, prima di iniziare a dipingere, aveva bisogno che qualcuno le portasse il colore. Poi quando ha preso il colore, inizia a dipingere e fa da sola”.
“Ho aiutato la nonnina... Le abbiamo passato i colori, le abbiamo insegnato i colori e i numeri in inglese. Non so se se li ricorda in questo momento”.
“Al tavolo c'era un signore - stavamo disegnando tutti delle cose belle - Gli abbiamo passato il pennello grosso e ci siamo molto divertiti”
“Ambrogina non ci diceva niente... Qualche parola sì (“Come ti chiami?”). Quando abbiamo iniziato, le abbiamo detto: “Su, dai!”. Pensavamo che fosse la prima volta con noi bambini”
“A me è piaciuto tanto dipingere con i nonnini. Disegnavano anche molto bene”
“Abbiamo sfogato la nostra gioia con l'arte”.
“Mi ricordo che la signora Ernestina faceva le foglioline... Faceva gli alberi belli, sistemava le imprecisioni”
“So che abbiamo portato felicità agli anziani”
“Quando la signora Teresina ci ha parlato un po' di lei, del suo nome... mi stava simpatica, dipingeva bene”
“A me ha fatto ridere, perché Agnese continuava a dire che aveva fatto il cielo ed era brutto e, invece, il suo cielo era più bello del lavoro che avevamo fatto noi”.
“All'ospizio mi è piaciuto vedere come disegnavano... Abbiamo fatto nuove conoscenze, abbiamo visto il modo di ragionare dei vecchietti”
“C'era la signora Giulia. Un po' l'aiutavamo. A volte lei prendeva spunto dalla sua fantasia. Le abbiamo chiesto di fare delle colline e lei ha fatto delle colline un po' strane”.
GLI ANZIANI:
“Sono venuta a dipingere.
Mi piacciono i bambini per quello che fanno”
“Mi hanno aiutata”
“I bambini sono simpatici”
“È sempre una gioia lavorare con i bambini. Ti mettono allegria”
“Che bèi, che bèi!”
LE MAESTRE:
“Con gli anziani ospiti tutti i bambini hanno mostrato un'apertura, una solidarietà ed una sensibilità che mi hanno toccato”
“(...) lavorare in piccolo gruppo con una persona anziana è stata una bella opportunità di crescita personale che diverrà per tutti un ricordo prezioso da custodire”
“(...) gli anziani hanno lasciato piena libertà di decidere il tema da rappresentare e hanno saputo inserirsi nel lavoro dei bambini arricchendo i disegni con particolari e dare suggerimenti che i bambini accoglievano favorevolmente”.
“È nata così una fattiva collaborazione. L'esperienza è stata sicuramente molto positiva”